Piccoli cuochi crescono. Ovvero, il gusto per la cucina e la buona tavola si coltiva da piccoli. E se non ci sono a tiro nonne che insegnano a fare gli gnocchi, ci pensa una scuola di cucina in versione junior. A Torino, negli spazi di Cookin’ Factory di Claudia Fraschini (www.cookinfactory.com), c’è l’unica scuola di cucina per bambini e ragazzi, 150 mq per far mettere loro le mani in pasta. A insegnare le basi per cavarsela ai fornelli sono Giada Bosco e Cristina Berlen. Cristina, pastry chef, barese di nascita e torinese d’adozione si occupa dei dolci. Giada, studi umanistici e una specializzazione in Scienze della Comunicazione, una decina d’anni fa ha deciso seguire le orme della nonna Romana, che ha fondato Il Melograno, una delle prime scuole di cucina torinesi, e così ha creato i corsi «Il Melograno kids». Poi Il Melograno ha chiuso i battenti e il progetto di Giada è approdato da Cookin’. Obiettivo, insegnare ai piccoli a conoscere e riconoscere il cibo e a divertirsi cucinando. Come racconta Giada: «Mi accorgo spesso, insegnando ai bambini, che a loro mancano le basi. Non sanno che il rosso dell’uovo si chiama tuorlo, per fare un esempio banale». Giada e Cristina concordano su quanto sia importante: «Educare al buono e al bello le prossime generazioni». Dunque, alla scoperta delle regole base della cucina, di una sana alimentazione, dell’importanza delle materie prime, anche in base alla loro stagionalità e sostenibilità, perché se in un mondo globalizzato si possono trovare tutti gli alimenti in qualunque momento dell’anno, è da bambini che bisogna capire che la natura va assecondata, non stravolta. «Magari scoprendo che esiste una stagionalità anche per il pesce — spiega Giada — secondo la disponibilità nei nostri mari, la filiera del pescato, il ciclo vitale e della fase produttiva di ogni specie».
I corsi sono strutturati per 2 fasce d’età: ci sono i cuccioli dai 5 agli 8 anni (il sabato dalle 15-17), per cui sono previste proposte divertenti e si cucina a quattro mani, sempre con l’aiuto di un adulto . In genere si tratta di corsi tematici sui dolcetti tutto l’anno, da Halloween a Natale, Carnevale, Pasqua. Per i ragazzi, dai 9 ai 13 anni, i corsi si tengono il venerdì pomeriggio (orario 17-19) e sono incentrati sulla cucina di tutti i giorni. Non a caso c’è un format intitolato Sopravvivenza ai fornelli, 4 lezioni su temi base: uova e verdura, primi, carne e pesce, dolci, insomma abbastanza per preparare dei piccoli menù. E poi ci sono le singole lezioni: ad esempio il 29 aprile si impara a preparare i macaron ai colori di primavera, il 27 maggio a fare la pasta fresca all’uovo, tagliatelle, farfalle, ravioli, colorata con colori naturali e il 17 giugno lo streetfood estivo, tipo arancini, piadine, patatine fritte, churros, perfetto per organizzare la festa di fine scuola. Mentre per i cuccioli il prossimo appuntamento è il 6 maggio con un dolce per la festa della mamma. Terminato il corso naturalmente i bambini portano a casa ciò che hanno cucinato «e piace moltissimo, far assaggiare a mamma e papà le proprie creazioni». Chi si iscrive ai corsi? «I ragazzini più grandi arrivano con il mito dello chef, vorrebbero da grandi seguire le orme di un cuoco di successo. Le ragazzine in genere cucinano già in casa con la mamma, per loro è un po’ un prolungamento di un’esperienza conosciuta». Anche perché come è noto ahimè le chef-donna di successo non sono così numerose.